martedì 31 gennaio 2012

Dati Istat sulla disoccupazione e problema generazionale

La disoccupazione continua a galoppare in Italia. Stando ai dati forniti da Istati si è registrato il più alto tasso di disoccupazione dal 2004, raggiungendo l'8.9%.
Categoria più colpita: i giovani (nessuna novità).

Un grazie a Monti per avere avviato una piccola "rivoluzione" con la creazione delle Società a responsabilità limitata semplificata per gli under 35 ma non è abbastanza per stimolare la creazione di nuove imprese e far calare la disoccupazione giovanile. A parte che ancora deve passare un po' di tempo prima che il provvedimento abbia effetto... ma in ogni caso il problema è anche di pressione fiscale perché un'azienda neonata, se da quando apre deve subito vedersela con gli studi di settore, non può avere vita lunga...

C'è bisogno che nuove imprese nascano e CRESCANO, no di aziendine che aprono e chiudono nel giro di 2-3 anni (come la stragrande maggioranza in Italia). Per farlo aiutando i giovani bisogna cominciare a pensare alle fiscalità di vantaggio non solo in termini geografici, ma anche e soprattutto anagrafici!

Pensiamo alle start-up del web. All'estero buona parte delle idee più interessanti viene da giovani e questo è ancora più vero nel caso dell'Italia, dove si sconta un serio ritardo culturale sulla diffusione di Internet e delle nuove tecnologie e soprattutto le nuove generazioni sono padroni del mezzo. Ma per mettere in condizione i giovani di sviluppare nuove idee non bisogna avvantaggiare solo quelli di particolari regioni disagiate, ma i giovani tutti, al di là della provenienza! Non si vuole fare una campagna Nord contro Sud - l'Italia è una e va benissimo così! - ma se un'idea vincente (almeno in potenza), mettiamo un nuovo Facebook, potrebbe essere sviluppata, chessò, in Veneto o in Toscana, e poi non parte (o parte male) a causa del fisco perché correre il rischio di bruciarla solo perché partorita in una regione non svantaggiata? Non è più importante che quell'azienda nasca, produca, cresca e crei nuovi posti di lavoro (anche per gente proveniente da altre regioni)?

venerdì 13 gennaio 2012

S&P declassa la Francia: persa la tripla A

Leggiamo le ragioni del downgrade:
The downgrade reflects our opinion of the impact of deepening political, financial, and monetary problems within the eurozone. [...] In our opinion, the political agreement does not supply sufficient additional resources or operational flexibility to bolster European rescue operations, or extend enough support for those eurozone sovereigns subjected to heightened market pressures. [...] In our view, however, the financial problems facing the eurozone are as much a consequence of rising external imbalances and divergences in competitiveness between the eurozone's core and the so-called "periphery." As such, we believe that a reform process based on a pillar of fiscal austerity alone risks becoming self-defeating, as domestic demand falls in line with consumers' rising concerns about job security and disposable incomes, eroding national tax revenues.
In sostanza secondo gli esperti di Standard & Poor's i piani di austerity contribuiscono ad acuire la crisi facendo crollare la domanda interna e facendo sprofondare di nuovo l'Europa in recessione. A nulla servono gli accordi dell'UE (qui si fa riferimento al summit UE del 9 dicembre scorso), infatti non si è lavorato sul problema di fondo: la differenza di competitività tra centro e periferia dell'UE.

I politici italioti hanno commentato la notizia parlando (come sempre) di complotti e attacco all'Europa ma la più pacata reazione del Ministro delle Finanze francese sembra suggerirci che forse, quella di S&P, non è poi una tesi tanto strampalata...

giovedì 5 gennaio 2012

Signore e signori, ci siamo!

Ecco il primo post... Dedicato a tutti quelli che vogliono vederci chiaro in questa crisi!

E per chi ha un blog ecco il banner per aiutare il blog a crescere!

Grazie!